
Termini e Condizioni: a cosa andiamo incontro se non li leggiamo
Secondo uno studio di Deloitte, il 97% degli utenti tra i 18 e i 34 anni accetta termini e condizioni dei servizi online senza leggerli. Tra la lunghezza dei contratti e la complessità dei contenuti, sono sempre di più coloro che decidono di andare oltre, non leggendo ciò che stanno accettando. Una cattiva abitudine, questa, che potrebbe avere delle ripercussioni nel tempo, ma che per ora non sembra rappresentare un problema per il popolo del web.
Tra lunghezza e complessità dei contenuti
Duecentocinquanta ore l’anno: questo è in media il tempo che serve a un utente americano per leggere tutti i termini e condizioni a cui aderisce. Per questo motivo, secondo lo studio di Deloitte, è sempre più alta la percentuale di coloro che non lo fanno, accettando senza informarsi qualsiasi condizione presente nei contratti.
Se la lunghezza dei contenuti e la loro complessità non favorisce la lettura da parte degli utenti, è anche vero che non ci sono alternative all’accettazione. Molto spesso, infatti, se non si sottoscrivono i termini e le condizioni, non si possono utilizzare i servizi richiesti. Per questo motivo, quindi, non potendo fare diversamente, molti accettano a prescindere.
Spesso, però, all’interno dei T&C si nascondono clausole invasive per la privacy, che richiedono l’accesso alla cronologia e il tracciamento dei movimenti dell’utente. Infatti, attraverso i cookies o la semplice ricerca web molti servizi acquisiscono informazioni personali cruciali e segrete.
Per questo motivo è importante agire di conseguenza e difendersi preventivamente, attuando delle pratiche ben precise. Qualche esempio? Installare un antivirus, che previene ed elimina eventuali malware, una vpn, che riduce la tracciabilità, e usare password sicure. Ma anche navigare impostando la navigazione in incognito, come spiegato sul magazine di HTML, può aiutare a proteggersi, così come disabilitare i cookies e usare motori di ricerca attenti alla privacy.
NameDrop, l’esperimento del finto social network
L’abitudine degli utenti di non leggere i termini e le condizioni dei servizi online è confermata anche dallo studio di Jonathan A. Obar e Anne Oeldorf-Hirsch, due studiosi americani che nel 2018 hanno pubblicato una ricerca intitolata “The Biggest Lie on the Internet: Ignoring the Privacy Policies and Terms of Service Policies of Social Networking Services”.
Dopo aver convinto 543 studenti universitari a partecipare alla sperimentazione di un finto social network chiamato NameDrop, i due ricercatori hanno fatto firmare loro una carta dei servizi, appurando così che la maggior parte di loro (399 su 543) aveva ignorato completamente la lettura dei T&C, mentre gli altri vi si erano soffermati non più di un minuto. Termini e condizioni nei quali, oltretutto, erano presenti clausole paradossali, come l’obbligo di cedere il proprio primogenito subito o al momento della sua nascita, o la cessione dei dati personali alla National Security Agency e al proprio datore di lavoro.
Un esperimento, questo, che conferma ancora una volta la necessità di fare attenzione ai contratti che si sottoscrivono, per evitare di cedere dati sensibili per la privacy e allo stesso tempo di cadere in qualche trappola spiacevole.
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