
Rapina di Bitcoin: 530 milioni di dollari sottratti a Tokyo
Coincheck, la piattaforma exchange più importante del Giappone
ha dovuto far fronte ad una rapina di Bitcoin. Perdita di valore del 20%.
L’ACCADUTO SULLA RAPINA DEI BITCOINS
Lo scorso venerdì, l’azienda ha registrato un accesso non autorizzato sulla piattaforma, intorno alle 3 di notte (ora locale), che ha permesso di far “evaporare” la somma di 58 miliardi di XEN, tonek di NEM (circa 530 milioni di dollari), verso un conto sconosciuto.
NEM è nota per essere tra le criptovalute più sicure, simile ai Bitcoin.
E’ una cripto-valuta popolare in Giappone, che negli ultimi giorni è arrivata a una valutazione di circa 1 dollaro.
La debolezza che ha permesso di effettuare la rapina di bitcoin, in questo caso, non è da ricercarsi nelle tecniche di sicurezza messe in atto a protezione della valuta, dato che l’oriente attua regole ferree riguardo la regolamentazione delle cripto-valute.
La colpa ricade nel metodo di conservazione adottato dall’ente. La rapina di bitcoin ha sottratto, infatti,
conservati in “hot wallet” cioè portafogli accessibili in linea e non in “cold wallet” ovvero dispositivi offline di memoria quali hard disk ecc.
Koichiro Wada, presidente di Coincheck, nella conferenza stampa riguardante la rapina di bitcoin ha ammesso lacune
nella sicurezza, precisando che per gli XEM sottratti non era prevista la stessa procedura di sicurezza riservata ai Bitcoin, normalmente immagazzinati in archivi offline quando non sono oggetto di transazioni.
Ha inoltre affermato che rimborserà i 260mila clienti lesi, qualora non si dovesse identificare il ladro, utilizzando le proprie risorse.
Tuttavia, un rappresentante della società ha ammesso che, nel peggiore dei casi, potrebbe non essere possibile restituire il denaro rubato ai clienti. Quest’ultimo, comunque, si è già attivato per riavviare i servizi e aumentare la sicurezza.
LE RAPINE DI BITCOIN SOLLEVANO LE CRITICHE
George Soros, stratega nell’ambito finanziario, e il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz hanno colto l’occasione ella rapina di Bitcoin per continuare ad accusare le cripto-valute.
Soros le definisce “una tipica bolla basata sulla mancata comprensione del fenomeno” mentre Stiglitz, in un’intervista rilasciata a Bloomberg Tv, afferma che si ha già il denaro come metodo di pagamento e che le cripto-valute vengano usate solo per scopi illegali dato che tutto avviene in estrema segretezza.
RAPINA DI BITCOIN DA RECORD
Non è assolutamente la prima volta che vengono sottratti ingenti quantità di denaro grazie ad una rapina di Bitcoin.
Nel 2014 Mt. Gox fu derubato di 470 milioni di dollari in Bitcoin. Adeguando la cifra a oggi, però, staremmo parlando di quasi 3 miliardi di dollari data la crescita esponenziale delle cripto-valute. In quel caso una parte del bottino fu recuperata, vedremo se riusciranno a far lo stesso questa volta.
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